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SOCIAL HOUSING A SANT’ANTONIO PER LE FORZE DELL’ORDINE
stampa pagina 10 ottobre 2014
Fitti calmierati al Progetto case di Sant’Antonio, così da dedicarlo mano a mano alle forze dell’ordine, è la proposta che il Comune dell’Aquila ha elaborato per un progetto ministeriale, con le solite consulenze di Iacovone e Pasanisi, consulenze, per non pianificare nulla. Una proposta campata in aria per rispondere al bando del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sul Piano nazionale delle città, per 15milioni di euro, che addirittura oggi l’assessore Di Stefano usa pure per rimarcare il fatto che è stata pubblicata la gara per il Parco Urbano a piazza d’Armi, perché quei 15milioni sono per un minestrone progettuale che non avrà mai nulla di concreto. Ed è da qui che dobbiamo cominciare per riflettere bene come si muove Cialente e la sua Giunta di pensatori, cioè non partono mai da un dato certo, per capire quello che hanno e dove vogliono andare a parare, non è che il Ministero dell’Interno gli abbia destinato centinaia di unità per rafforzare la sicurezza nel capoluogo terremotato, né il Sindaco, peraltro, ha mai detto una parola istituzionale perché ciò fosse sollecitato, ed anzi, il questore Rizzi, parla di poche decine di giovani, in giro per L’Aquila, per poterla presidiare con una certa sicurezza, ma non è neanche su questo che si basano per fare la sparata per cui a Sant’Antonio, andranno a dormire le forze dell’ordine. Non sanno neanche di quanti posti letto avrebbero bisogno in totale, quanti ne restano alla caserma Pasquali ad esempio, non lavorano nemmeno ad una circolare che sospenda le modalità di assegnazione degli alloggi al Progetto case, per cui una legge assurda, fatta con i suggerimenti di questa amministrazione incredibilmente sveglia quando vuole, offre la possibilità di assegnarli a madri sole o a giovani coppie e perfino a badanti senza più nessuno a cui badare e agli studenti, al 20% per ogni categoria, la stessa percentuale che dedicano agli sfollati, quando anche la Corte dei Conti europea ha aperto un’inchiesta proprio perché i fondi del Fondo sociale Ue, dedicati a questi alloggi, devono servire pienamente l’emergenza. E nonostante le inchieste e l’evacuazione di questi giorni di molte piastre antisismiche perché fatte male, non sanno più chi trasferiscono, dove e per quale ragione, non hanno il polso della situazione non c’è una Banca dati dell’emergenza cui attingere, nonostante sia stata pagata a peso d’oro. Giovedì prossimo si terrà un Consiglio comunale straordinario per i problemi legati alla sicurezza, ma nessuno porterà numeri su cui ragionare o una richiesta da portare direttamente ad Alfano, perché rafforzi i controlli sul territorio. Mentre Cialente continua indisturbato con le sue bestialità. Un housing sociale per le forze dell’ordine senza preoccuparsi della sicurezza del territorio è solo una presa per i fondelli, per la quale sono stati pagati ancora una volta consulenti d’apparato come Pasanisi e Iacovone, per dire che la città avrà due centralità, la ovest e la est, cosa peraltro nota. Il progetto che portano al Ministero riguarda la parte ovest, riempita con un po’ di questo e un po’ di quello senza alcuna fattibilità. Clamoroso, tra l’altro, il “Distretto della ricostruzione” che collocherebbero distrattamente nei locali dell’ex Italtel, e pagano per la centesima volta gli stessi consulenti per poi dire, nella scheda progettuale, che comunque la proposta è debole, perché nell’idea di portare tutti gli attori del post sisma a costruire una cultura del restauro, della sicurezza antisismica e di tecniche edilizie innovative da esportare all’estero, ancora non hanno sentito gli attori interessati. Una pianificazione vera del territorio che continua a mancare, solo gli stessi consulenti pagati sempre con soldi pubblici a peso d’oro e la Corte dei Conti che fa finta di nulla.
Alessandra Cococcetta
Il pungiglione
Taccuino
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