Diabolik, il re dei furti d’autore

Diabolik, il re dei furti d’autore

29 Giugno, 2021 Marcel

E’ stato il precursore del cosiddetto ‘fumetto nero’ italiano nonchè campione assoluto di vendite nel suo genere con circa 160 milioni di copie vendute nei suoi 60 anni di vita; si chiama Diabolik, personaggio immaginario dei fumetti creato nel 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani e pubblicato per la prima volta dalla casa editrice milanese Astorina. Diciamo che è quasi impossibile non aver mai letto un fumetto di Diabolik, o quantomeno averne sentito parlare, perché le sue imprese sono in tutte le migliori edicole ormai da sessant’anni, e continuano ancora oggi a vendersi alla grande.

Diabolik ci ha messo un paio di annetti prima di far presa completamente sul pubblico, infatti la bomba esplose nel 1964, aiutata anche da quel ‘formato tascabile’ di dimensioni minori rispetto a tutti gli altri fumetti che è poi diventata una delle sue principali caratteristiche. La bellezza di 892 episodi dal 1962 ad oggi, ma va detto che, pur essendo nato come mensile, ci sono stati anni in cui veniva pubblicato come quindicinale ed anni come bimestrale, ma dal 1994 ad oggi ha ripreso le sue vecchie abitudini tornando ad essere un giornaletto mensile.

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Nascita e cenni di storia di questo grande fumetto

Il personaggio nasce dalla fantasia di Angela Giussani, una fumettista milanese nata nell’Aprile del 1928, poi affiancata (dal numero 14 a seguire, per l’esattezza) dalla sorella Luciana, e la serie fa il suo esordio in edicola nel Novembre del 1962, edita dalla casa milanese Astorina, che ancora oggi continua a pubblicarla. Giancarlo Berardi, Nino Cannata, Alfredo Castelli, sono soltanto alcuni degli sceneggiatori che hanno contribuito al successo della serie di Diabolik, senza dimenticare poi i disegnatori come Angelo Zarcone, Sergio Zaniboni, Brenno Fiumali, Franco Paluidetti, e molti altri.

Da una brillante osservazione di Angela Giussani, che tutte le mattine vedeva i pendolari andare al lavoro in metrò o in autobus, venne fuori l’idea del formato tascabile che ancora oggi rappresenta uno dei segni distintivi più caratteristici del fumetto di Diabolik; anche la copertina ha il suo perché, ed attira l’attenzione per il titolo, scritto in grande quasi sempre in tonalità di colore rosso sangue, e per le ormai famose sagome di uno dei personaggi protagonisti, come lo stesso Diabolik, la sua compagna di mille avventure Eva Kant, o magari l’ispettore Ginko.

Il personaggio di Diabolik

Nei primi numeri, il personaggio di Diabolik non rivela la sua identità, lasciando il lettore in ‘suspence’ con le sue mosse imprevedibili e le sue improvvise apparizioni inquietanti ed avvolte da mistero; dal terzo episodio in poi entrerà in scena anche quella che sarà la sua compagna fissa ditutte le avventure, la bellissima Eva Kant, bionda, con due occhi da gatta, e molto, molto intelligente.

A dire il vero, quando inizia la serie Diabolik è fidanzato con una certa Elisabeth Gay, che ben presto cederà il posto alla biondissima ed agilissima Eva Kant, ed i due, oltre ad innamorarsi perdutamente, diventeranno anche inseparabili complici sul ‘lavoro’. Diabolik è un ladro per certi versi ‘buono’ , perché le sue vittime sono quasi sempre personaggi ricchi e famosi, o comunque a loro volta coinvolti in loschi traffici, e lui si diverte a derubarli prendendosi spesso gioco sia di loro che di tutto il corpo di polizia, diretto dall’instancabile e solerte ispettore Ginko che però, nonostante il suo grandissimo impegno, non riesce mai a catturarlo.

Eva Kant e l’ispettore Ginko

Insieme ad Eva Kant, della quale è fortemente innamorato (la cosa è reciproca), Diabolik ha costruito nel tempo diversi covi disseminati un po’ dovunque, dove si nasconde subito dopo aver effettuato il ‘colpo’, ed ognuno di questi rifugi è generalmente ‘protetto’ da qualche marchingegno che, in caso di necessità, lo aiuti a sfuggire all’ispettore Ginko; capita spesso che sia proprio Eva Kant ad azionare dal rifugio meccanismi e congegni che aiutino il compagno a scappare o ad allontanare in qualche modo la polizia dal rifugio, sempre ben ‘mimetizzato’.

Ginko è un uomo tutto di un pezzo, dai sani princìpi, e soprattutto molto attaccato al lavoro, al punto da trascorrere a volte due o tre giorni senza sosta sulle tracce di Diabolik; la lotta tra i due più che a schioppettate è a ‘colpi d’intelligenza’, e la cosa che più colpisce è la lealtà con la quale essa si svolge, anche se, bisogna dirlo, Diabolik non si crea nessun tipo di scrupolo quando c’è da ammazzare qualcuno che interferisce nei suoi piani.